Leonardo da Vinci di Marino Moretti lettura
scenica Con Massimo Foschi Teatro Comunale di
Cesenatico |
il
Leonardo da Vinci di M. Moretti e F. Cazzamini Mussi Claudio Longhi Massimo Foschi La Compagnia del Serraglio |
Nellambito
nelle celebrazioni dei 500 anni del viaggio di Leonardo
da Vinci in Romagna, la città di Cesenatico, con un
progetto promosso e coordinato dalla Regione Emilia
Romagna, propone lo straordinario recupero di un testo
teatrale di Marino Moretti, con una eccezionale
operazione culturale. Onorando infatti la data del 6
settembre, per la prima volta porterà in scena il poema
drammatico Leonardo da Vinci, pubblicato dallo
scrittore nel 1909. Impegnato in una ricognizione per incarico del Duca Valentino, Leonardo da Vinci fu infatti a Cesenatico il 6 settembre del 1502. Levento segnò marcatamente limmaginario della città, fino a quando tra Otto e Novecento, in un contesto nazionale di recupero e mitizzazione del genio di Vinci, anche Cesenatico, protesa a riscoprire le proprie radici storiche, celebrò a suo modo Leonardo, sia nellarte che nella letteratura. Già nel 1865 infatti Pompeo Randi dipinse il velario del Teatro Comunale raffigurando Leonardo nellatto di mostrare a Cesare Borgia il disegno del porto. Nel 1909, per i tipi delleditore milanese Baldini Castoldi, Marino Moretti pubblicava invece, insieme con lamico Francesco Cazzamini Mussi, i quattro atti del poema Leonardo Da Vinci, illustrato da Carlo Felice Zanelli. Lopera, con una evidente impronta dannunziana, era ispirata dalle biografie vinciane di Gustavo Uzielli, Dmitri Mereshkowsky ed Edmondo Solmi, e intendeva "comprendere e sentire lanima del grande artista" e cogliere lo spirito profondo dellepoca nella quale "il suo genio ebbe luce e potere". Della vita di Leonardo venivano focalizzati quattro momenti salienti (episodi o atti): il 1499, quando Leonardo, ingegnere di Ludovico il Moro, progettava la macchina per il volo; il 1506, quando dipinse la Gioconda; il 1514, quando fu a Roma con Michelangelo e con lui in competizione; il 1519, quando ad Amboise, nel castello di Cloux, si approssimava alla morte. La lettura scenica è curata da Massimo Foschi e Claudio Longhi, e interpretata dallo stesso Massimo Foschi insieme agli attori della Compagnia del Serraglio di Riccione. Levento sarà di indubbio valore culturale: da un lato, la riscoperta di unopera teatrale di Moretti sconosciuta ai più, dallaltro la ripresa di un testo che testimonia anche lenorme fortuna critica di Leonardo allinizio del Novecento, esaltato dalla letteratura e dallarte secondo un gusto estetizzante che ne fece licona della perfezione e del genio. Loccasione è sottolineata dalla pubblicazione del saggio Cesenatico e il Leonardo di Marino Moretti, del professor Carlo Pedretti (Hammer Fondation di Los Angeles), oggi il maggior studioso della vita e dellopera di Leonardo, gentilmente offerta al pubblico intervenuto. |
Il frontespizio dell'edizione Baldini Castoldi del 1909, illustrato da Carlo Felice Zanelli
Claudio
Longhi. Giovane regista formato alla scuola di due
autentici maestri come Ezio Raimondi, al quale deve una
solidissima preparazione filologica e letteraria, e di
Luca Ronconi, del quale è divenuto assiduo collaboratore
al Teatro "Il Piccolo" di Milano, dove gli è
stata tra l'altro affidata la responsabilità
dell'ufficio drammaturgia. Oltre che per la sua attività
al fianco di Ronconi (ad es. per il recentissimo Infinities,
singolare esempio di "scienza a teatro", tratto
dal saggio del matematico inglese John Barrow), Longhi si
è già fatto apprezzare per alcune regie che hanno
riscosso grande attenzione della critica, come quella
della Moscheta di Ruzante, interpretata da Franco
Branciaroli, dove l'attenzione filologica al testo
diviene lo specchio per analizzare e svelare la
"grande rappresentazione" che avviene nella
vita di tutti i giorni; o per quella di Ite missa est,
dal testo di Luca Doninelli. Longhi è inoltre autore del
saggio La drammaturgia del Novecento tra romanzo e
montaggio (Pacini Editore, 1999), ha curato il volume
Orlando Furioso. Un travestimento ariostesco
(Emilia Romagna Biblioteche Archivi., 1996), ed è autore
di due contributi nel volume La letteratura in scena.
Gadda e il teatro (Bulzoni, 2001).
Massimo Foschi. Dopo il diploma alla "Silvio D'Amico" e il debutto allo Stabile di Torino (1962), dà vita nel corso della sua carriera ad alcuni personaggi chiave del teatro con una forza interpretativa intensa e una notevole autorità scenica, spaziando tra repertorio classico e area della ricerca, e collaborando con registi importanti. Con Orazio Costa è Don Giovanni; è protagonista dell'Orlando furioso di Luca Ronconi (1969), con cui recita anche nell'Orestiade nel ruolo di Oreste e Agamennone. Dal 1972 è Otello con Gabriele Lavia, Giove in Anfitrione (1979), e il Grande Elettore ne Il principe di Homburg di Kleist (1982). Memorabile è il suo Calibano ne La tempesta con la regia Strehler (1978-1979). Dal 1980 è al Teatro di Roma, diretto da Squarzina in Misura per misura e Casa cuorinfranto di Shaw. Interpreta ancora un Edipo re con la regia di Orazio Costa, e ha una assidua collaborazione con L. Puggelli che lo dirige tra l'altro in Andromaca di Racine (nella parte di Pirro), Pilade di Pasolini (1983), e ne Il libro di Ipazia di Luzi. Nella sua carriera c'è anche molto cinema, sia in veste di attore (Petri, Giordana, Zeffirelli) che di doppiatore (tra gli altri, Rutger Hauer, William Holden, Robert Mitchum, Arnold Schwarzenegger). La Compagnia del Serraglio è nata a Riccione nel 1994 dallincontro di attori, tecnici, registi e scrittori provenienti da diverse esperienze teatrali, accomunati dal gusto per un teatro ironico e surreale. Al loro primo spettacolo, Al ristorante, sono seguite altre produzioni come Sala dattesa, Palcobaleno, e Café noir, oltre ad alcuni "omaggi" a personaggi come Orson Welles, Vinicius De Moraes, Charles Cros. La compagnia si occupa anche di teatro per ragazzi, cura in collaborazione con diverse scuole laboratori didattici, ed ha la direzione artistica del "Caffè Teatro" di Riccione e del Teatro Comunale Malatesta di Montefiore Conca. |
Illustrazione per il quarto atto, di Carlo Felice Zanelli